ELIA LOMBARDO - Ricercatore, inventore e scrittore - La sicurezza è conoscenza

ELIA LOMBARDO

Ricercatore, inventore e scrittore

mercoledì 14 ottobre 2020
post nella sezione 6 - Blog

Cambiamento e Contaminazione la perfetta imperfezione per l'innovazione

Tutti pensano al cambiamento ma nessuno pensa a cambiare se stesso, sosteneva nel secolo scorso Lov Tostoj filosofo ed attivista sociale russo. Oggi il termine cambiamento lo si trova collocato un po' ovunque. Forse se ne abusa ma credo piuttosto che si tratti di un uso improprio del termine come complemento di argomento.
Con analoga consuetudine, il termine cambiamento viene affiancato ad un altro termine molto suggestivo: contaminazione.
In convegni, seminari o riunioni di lavoro questi due termini vengono ricorrentemente usati insieme.
Tempo fa pubblicai un post nel quale sostenevo che vi fosse un uso distorto di alcuni strumenti professionali come ad esempio i fogli di calcolo Excel e conclusi con una riflessione, che le persone tendono a replicare un po' tutto dal modo di vestire, parlare di usare mezzi o strumenti non riflettendo che così facendo, si rischia di affrontare in maniera controversa i problemi quotidiani, anche per l'uso improprio di alcuni termini. Quest'ultima consuetudine spesso mi ha fatto tornare alla mente Arthur Bloch con la sua Legge di Murphy: se non li puoi convincere, confondili.
Cambiamento e Contaminazione, se si riflette ci si accorge quanto, in tema d'innovazione soprattutto, cozzino tra loro . Ultimamente ho avuto la fortuna di partecipare a numerosi convegni, di leggere tanto e frequentemente questi termini vengono usati per stimolare la propria platea ma il problema è che proprio per l'uso improprio dei due termini, non mi è mai risultato ben chiaro cosa si volesse davvero stimolare.
Risulta infatti davvero molto difficile comprendere come si possa proporre il cambiamento promuovendo la contaminazione, se prima però non si è realmente predisposti alla trasformazione. E' molto frequente infatti che chi sostiene il cambiamento e propone la contaminazione quale espediente per raggiungere il cambiamento, è colui che risulta ancora bloccato in vecchi schemi e vecchi dogmi. Il cane che si morde la coda ed inevitabilmente alla fine l'obiettivo risulta poco chiaro e difficile da raggiungere.
Pochi oggi sono in grado di proporre davvero il cambiamento perché, gioco forza, si può parlare di un processo di trasformazione solo grazie ad esperienze dirette e risulta ancora molto difficile poter trasmettere la propria esperienza dove non vi è la consapevolezza che la probabilità di raggiungere questo obiettivo, è direttamente proporzionale al grado di predisposizione e di apertura che passa necessariamente anche dal metodo e dall'uso corretto di strumenti, anche la comunicazione.
Nelle organizzazioni ad esempio la contaminazione non può che partire dalla consapevolezza che non tutte le risorse migliori siano all’interno della stessa e che bisogna davvero essere capaci di assorbire nuove conoscenze rilevanti dall’esterno e valorizzare in forme diverse e rivoluzionarie, il proprio patrimonio perché queste sono le chiavi per arrivare al reale cambiamento. Un punto quest'ultimo ancora troppo critico perché si pensa che aprirsi all’esterno, comporta grandi sacrifici.
Per crescere invece, è importante recuperare approcci alternativi e più completi ma pochi accettano questa condizione. In tema d'innovazione ad esempio sono pochi a pensare che il trasferimento tecnologico possa essere un driver. Per fare davvero innovazione, è necessario prima di tutto concentrarsi sul voler far bene una cosa, avere un obiettivo chiaro e poi successivamente connettersi con il mondo esterno.
Per raggiungere davvero il cambiamento bisognerebbe quindi cominciare a rivoluzionare innanzitutto il metodo usato per promuoverlo. Tralasciare le frasi fatte e i termini suggestivi perché più che abili oratori, bisogna essere abili facilitatori in grado di proporre domande con la piena consapevolezza di cosa si sta parlando, evitando di considerarsi custodi della verità e con la piena e reale predisposizione all'apertura.

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