lunedì 7 maggio 2018
post nella sezione 6 - Blog
Prevedere i reati - Chiarezza e rispetto
Nella comunicazione, il titolo d'effetto è uno dei tasselli principali per la costruzione di un buon articolo in grado di catturare l'attenzione del pubblico.
Ad esso viene affidato il compito di sintetizzare l'argomento trattato e quanto più il tema è complesso, più il lavoro dell'autore è difficile e quando per esigenze editoriali non si ha il tempo o lo spazio adeguato, il rischio di rendere riduttivo il risultato di anni di studio, ricerca e sviluppo, è molto alto.
E' il caso di alcuni temi complessi come la sicurezza, diffusamente depauperata di significato non solo nel termine, soprattutto nel nostro paese.
Come già ho scritto in questo mio blog, negli ultimi anni e non solo in Italia, sono nati diversi esperimenti definiti di Polizia Predittiva con l'impiego di tecnologia prototipale che hanno richiamato l'attenzione dei media i quali, si sono limitati a descriverli come innovazioni rivoluzionarie, capaci di prevedere il crimine ed in alcuni casi di poter cogliere gli autori di reato, nel momento in cui essi lo commettono.
Fantascienza, non a caso ovunque si affronti questo argomento, puntualmente si richiama l'ormai nota regia di Steven Spielberg dal titolo Minority Report.
Ritengo tutto ciò molto pericoloso perchè se da un lato la notizia, così come presentata genera curiosità ed effetto, dall'altro potrebbe generare lo scetticismo da parte degli addetti ai lavori, soprattutto quelli già mal disposti verso il cambiamento, sull'applicabilità di nuovi metodi per contrastare il crimine ed anche da parte dei cittadini che su questi temi, andrebbero maggiormente rispettati.
Da addetto ai lavori, sento la necessità di fare chiarezza, atteso che già in altri paesi, si è cercato di ridurre l'effetto sensazionalistico del termine Predictive Policing o Polizia Predittiva.
Nella nostra lingua non è corretto definire in un diverso modo l'attività professionale per il contrasto dei reati, esiste già il termine polizia di prevenzione che andrebbe continuato ad usare, migliorandone semmai l'interpretazione ed evitando di generare ulteriori confusioni.
Il metodo di analisi del crimine che prevede l'uso di tecniche matematiche per identificare potenziali attività criminali, è un metodo ormai riconosciuto in tutto il mondo per la prevenzione dei crimini e non per la previsione dei comportamenti umani e gli strumenti utilizzati, soprattutto quando ancora essi vegetano in una lunga fase emrbionale o prototipale, non sono delle sfere di cristallo per predire il futuro.
Molti studi, dimostrano che è possibile identificare le potenziali attività criminali e tra questi lo studio che ho condotto personalmente a Napoli validato dalla facoltà di sociologia dell'Università Federico II, con il quale si è riuscito a dimostrare che tra i tanti crimini che vengono commessi dall'uomo, ve ne sono alcuni che possono essere prevenuti con maggiore possibilità di successo perchè si possono facilmente identificare, isolare ed anticipare nelle due macrodimensioni, del tempo e dello spazio.
Essi si basano sul bisogno da parte del reo di commetterli più volte in un arco temporale relativamente breve ed in luoghi quanto più redditizi e sicuri e dove vi è la perfetta combinazione di taluni fattori socio, economici e territoriali.
Scippi, rapine, furti, borseggi e truffe ovvero, quelli che in gergo tecnico vengono definiti reati predatori.
Questi crimini possono essere definiti professionali perchè vengono commessi da soggetti deviati, modestamente organizzati che usano questi espedienti per la costruzione di un profitto che deve consolidarsi necessariamente, in un arco temporale relativamente breve.
Attraverso tecniche matematiche, è possibile identificare tali fenomeni ed isolarli nel tempo e nello spazio, arrivando a percepirne la successione regolare, poichè è la regolarità delle operazioni e delle fasi che li caratterizzano, che li rende riconoscibili e prevedibili.
Questa non è predizione dei comportamenti criminali umani ma è l'identificazione aritmetica di eventi ricorrenti che in un arco temporale relativamente breve, si susseguono con regolarità .
Se normalmente vengono applicate attività di controllo del territorio basate sul presidio dei luoghi dove i crimini aumentano e generano allarme sociale, attraverso questo metodo è possibile invece presidiare quei luoghi dove i crimini non sono ancora avvenuti ma vi è certezza aritmetica, che possano avvenire in futuro e prevenirli.
Grazie a questo nuovo metodo, è possibile rivoluzionare l'attuale modo di fare sicurezza, applicando una strategia diversa di controllo che si basa sull'anticipazione del crimine laddove è atteso, per prevenirlo e ridurlo nel tempo e nello spazio, strategia che si è rivelata efficace in più di un contesto urbano.
Se è pur vero che attraverso questo metodo vi sia anche più probabilità di cogliere il reo in flagranza di reato, questo non è provato ed è un grave errore affermare o far intendere che questo è il fine ultimo perchè il vero obiettivo, di chi è deputato al controllo del territorio, è la prevenzione ovvero l'evitare che i reati vengano commessi e l'arresto dell'autore, causa anche l'inefficacia delle pene, non assicura la riduzione dei crimini.
Inoltre va detto che la possibilità di catturare il reo nella flagranza di reato è tutt'altro che semplice, che sul territorio agiscono più soggetti ed arrestarli tutti è ancor meno semplice come lo è invece scoraggiarli interrompendo drasticamente la ciclicità delle azioni delittuose riducendole, influenzandole e limitandole nel tempo e nello spazio sottraendo giorno dopo giorno territorio ed opportunità e proteggendo i cittadini nel posto giusto e nel momento giusto.
Non sono contro la promozione di nuove idee, soprattutto se efficaci ma promuovere queste soluzioni in modo superficiale, ritengo sia un grave e pericoloso errore che andrebbe evitato anche per rispetto dell'opinione pubblica.
Ritengo sia utile in questo momento, in cui vi è un peggioramento della sicurezza, connesso anche ad altre tipologie di rischi, prima di tutto cominciare a far comprendere agli organi decisionali e di governo della sicurezza che è giunto il momento di evolvere e di cambiare l'attuale metodo per produrla, ancora radicato su vecchi principi.
Per questi problemi, esistono studi avanzati che dimostrano l'applicabilità di nuove strategie che dove sperimentate, si sono rivelate molto efficaci per migliorare soprattutto la qualità della prevenzione, vero compito di chi deve garantire la sicurezza e che permettono di ottimizzare le risorse, in tempi economicamente difficili, innalzando la percezione di sicurezza del cittadino e che prevedono anche il supporto di strumenti innovativi, le cui funzioni e fini, non devono essere generalizzati ma definiti chiaramente con argomenti credibili e sostenibili, non con parole e concetti roboanti ma con fatti e risultati concreti e dimostrabili.
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