mercoledì 23 dicembre 2020
post nella sezione 1 - Studi e Ricerche
Prevenzione crimini: nel Retail e nella GDO l'importanza dell'analisi di intelligence per distinguere i modelli criminali ed adeguare le strategie

Da qualche anno di fronte al problema dell'aumento dei crimini nel settore Retail e GDO, studi e ricerche si stanno concentrando sul Crimine Organizzato, con l'obiettivo di mettere alla luce un fenomeno la cui portata nel complesso problema generale, è ancora poco chiara.
Come già scritto qualche tempo fa, ( Criminalità predatoria nella GDO una questione di consapevolezza, innovazione e condivisione ) si tratta di un fenomeno che nell'era della omicanalità è verosimilmente attuale ma ancora tutto da definire e non è un caso che la Comunità Europea abbia richiesto contributi per cominciare a capire su quali direttive si muovono i vari paesi e l'Europa per affrontare problemi di questo genere.
Il rischio infatti, è che un'errata distinzione e definizione dei fenomeni criminali possa dar luogo ad approcci inadeguati come ad esempio tentare di contrastare solo organizzazioni criminali complesse che del problema crimini nella settore Retail e GDO potrebbero essere la punta dell'iceberg, mentre la parte più consistente potrebbe riguardare invece altro come ad esempio le bande criminali da strada.
Nella settimana prenatalizia è stato dato ampio risalto alla notizia del furto perpetrato in pieno giorno al negozio Moncler in Boulevard Saint-Germain. C'è un eloquente video che gira in rete, con il quale viene documentato l'evento compiuto da un gruppo di giovani che una volta entrati nel punto vendita, asportano numerosi capi di abbigliamento (giubbini) per un valore complessivo di € 40.000. ( Furto nel negozio di Moncler a Parigi.)
Qualcuno potrebbe considerare questo un episodio di Crimine Organizzato. Premesso che non è ancora chiaro come sia stato rubricato l'illecito da parte dell'A.G. se furto o rapina, viceversa è piuttosto chiaro invece che si tratti di un "attacco" da parte di una banda da strada che anche se terminologicamente questo significhi gruppo di soggetti spesso appartenenti alla stessa etnia ed allo stesso territorio entro cui esistono regole e gerarchie, è oggettivamente una cosa diversa dal crimine di tipo associativo ed organizzato come sentenze di condanna dimostrano una volta che vengono assicurati alla giustizia gli autori.
Leggendo i risultati di studi e ricerche che vanno in questa direzione, si ha infatti la sensazione che si stiano confondendo due cose differenti, crimine organizzato e bande criminali che sono due Modelli Criminali ben distinti o si stia dando maggiore rilevanza ad uno piuttosto che all'altro. (Se si vuol approfondire sul concetto di Modello Criminale si consiglia di leggere SICUREZZA 4P lo studio alla base del software per prevedere e prevenire i crimini.).
Non escludendo che esistano organizzazioni criminali strutturate e verticistiche che nel settore Retail e GDO abbiano individuato un target attraente per far proliferare giri di affari illeciti, come ad esempio quello della vendita attraverso canali illegali di beni trafugati, è altrettanto verosimile che questo potrebbe essere solo su larga scala e riguardare solo grossi crimini in cui è coinvolta una grande quantità di merce e quindi rapine e furti in danno di aziende o addetti al settore logistico, grandi furti in depositi, frodi, ecc.
La rapina nel negozio in Francia invece, è piuttosto chiaro che riguardi una banda da strada un Modello Criminale ben diverso dal primo in cui molto spesso, viene a mancare l'elemento tipico del reato associativo.
E' molto importante saper fare distinzione perché connotare i problemi sotto un'unica etichetta, rischia di favorire approcci sbagliati se si considera ad esempio, che se da un lato vi è l'attività giudiziaria che deve fare il suo corso per tentare di porre fine al fenomeno associativo assicurando alla giustizia intere organizzazioni in cui molto spesso vi è il coinvolgimento anche di personale infedele, dall'altro invece potrebbe essere in primo luogo la prevenzione che debba essere considerata e semmai concentrarsi sulla repressione solo quando e se la prevenzione fallisce.
Non escludendo quindi che il Crimine Organizzato nel Retail e nella GDO sia un fenomeno reale, non è ancora dimostrato che si tratti della parte più consistente del problema e molto probabilmente non lo è, pertanto, è importante arrivare a stabilirne scientificamente la portata perché è solo attraverso un'esatta distinzione dei fenomeni che si possono definire priorità ed approcci distinti ed adeguati.
La vera sfida allora, di fronte a problemi noti o poco noti, dovrebbe essere prima di tutto quella di saper analizzare correttamente i fenomeni attese le difficoltà se si considera che ad esempio, uno degli ostacoli da superare, sia quello di riuscire a condividere le informazioni una cosa che sembra si sia sempre poco disposti a fare.
Benché infatti vi sia una certa sensibilità sui fenomeni di criminalità urbana che riguardano anche questo settore e siano in atto forme di collaborazione tra addetti ai lavori, esiste ancora una scarsa cultura di sicurezza e dell'intelligence il cui miglioramento è logico che debba passare solo dall'acquisizione e condivisione delle informazioni, dall'analisi approfondita dei fenomeni per saper distinguere correttamente i Modelli Criminali in modo da poter realizzare Modelli Strategici di contrasto e prevenzione adeguati che, soprattutto se condivisi, prima di tutto all'interno delle organizzazioni stesse e poi successivamente anche con l'esterno, possono essere risolutivi.
E' necessario quindi che alla base vi sia più cultura di sicurezza e di intelligence all'interno delle aziende e questo può accadere solo quando la stessa sicurezza smetta di essere considerata probabilmente un costo e diventi invece del business un investimento ed un processo strategico ben definito al pari degli altri processi.
Si tratta di un'evoluzione piuttosto difficile da raggiungere se si pensa che ad esempio soluzioni di intelligence vengono impiegate già da tempo all'interno delle organizzazioni ma solo per analizzare gli andamenti del business e del fatturato per prevederne l'evoluzioni future mentre, viene tralasciata ogni possibilità che possa consentire un analogo approccio, per prevedere e prevenire invece le perdite soprattutto quando queste derivano anche da limiti culturali.
Ben vengano quindi studi e ricerche e che vi sia il coinvolgimento degli addetti ai lavori. Un fatto certamente positivo ma è necessario che non ci si limiti solo a far emergere i problemi. Bisogna che si lavori soprattutto per ricercare soluzioni quelle più innovative che possano mettere in condizione prima di tutto di analizzare correttamente i fenomeni in modo da favorire approcci innovativi e sempre più adeguati non solo per prevenire le perdite ma anche per risparmiare sui costi di gestione della sicurezza sempre più alti ed inadeguati. Il tutto, proprio come sta avvenendo in altri settori della sicurezza urbana in cui, è all'interno delle organizzazioni che ci si fa promotori di nuove iniziative e dell'impiego di nuove soluzioni d'intelligence che proprio perchè favoriscono una crescita culturale, risultano efficaci e determinanti.