mercoledì 7 agosto 2019
post nella sezione 1 - Studi e Ricerche
Criminalità giovanile - I modelli di prossimità sono l'arma in più per Prevenire efficacemente il fenomeno

La criminalità giovanile è una delle problematiche che dovrebbe destare maggiore attenzione ed il tentativo di arginare il fenomeno dovrebbe essere quotidianamente al centro delle discussioni.
L'attuale situazione è una vera e propria emergenza e purtroppo bisogna aggiungere che nel nostro Paese l’escalation è più grave che in altri.
I delinquenti italiani minorenni aumentano ed a confermarlo non sono solo i fatti di cronaca ma anche i servizi sociali che segnalano quotidianamente il vertiginoso aumento di casi in carico.
E' un dato di fatto che l'escalation dei modelli deviati forniti dagli adulti, manifestati continuamente da telegiornali, fiction, film e serie televisive, hanno drasticamente abbassato il livello di percezione dell’illecito nei giovani a cui si aggiunge la dilagante insoddisfazione nei confronti della società.
Il disagio emotivo è infatti una delle motivazioni principali per le quali il fenomeno va diffondendosi a macchia d’olio e non solo nella società più disagiata e problematica ma anche in quella benestante.
La delinquenza minorile è un fenomeno che si sviluppa sul concetto di devianza, l’insieme dei comportamenti che si allontanano dalle norme, violandole senza ritegno e che esprimono il bisogno di trasgredire per assumere un’identità all’interno della società.
In alcune aree del territorio, le azioni di delinquenza giovanile sono vere e proprie prove d'esame per accedere nei ranghi minori della criminalità organizzata e furti, scippi, rapine, atti di vandalismo e di violenza contro cose o persone, sono forme di espressione che vengono poste in essere dai giovani per essere considerati onde poter essere aggregati successivamente nella manovalanza del crimine organizzato.
Gli studi che nel corso del tempo hanno analizzato le dinamiche dei reati compiuti per arrivare ad identificarne le cause sono molteplici e le conclusioni spaziano tra l'intenzione di emulare i crimini commessi dagli adulti ed il desiderio di andare contro le regole.
Una delle motivazioni più frequenti che spinge i giovani a commettere reati contro cose o persone però, è l'emarginazione spesso connessa alle difficoltà economiche familiari, ovvero a situazioni di povertà che limitano e talvolta isolano ed emarginano e coloro che vivono in aree svantaggiate o che appartengono a minoranze etniche, sono più portati a diventare delinquenti.
Il crescente disagio e di conseguenza un aumento della criminalità, è molto spesso riscontrabile in situazioni familiari problematiche, nelle quali si verificano eventi destabilizzanti come divorzi, separazioni, lutti e abusi.
La famiglia è senza ombra di dubbio il principale incubatore dei futuri criminali e la disattenzione dei genitori è spesso la causa principale delle forme di ribellione così come anche un controllo asfissiante e troppo serrato, può provocare reazioni violente nell’ambiente domestico tendenti a sfociare verso l’esterno.
Va detto che gli adolescenti tendono per propensione naturale e spontanea ad aggregarsi con coetanei condividendo caratteristiche simili come età, scuola, attività ricreative, interessi poichè l’adolescenza è un momento delicato, che può diventare difficile in presenza di particolari condizioni.
Capita spesso che l’esigenza di sentirsi parte di un gruppo, rafforzata dalla necessità di affermarsi ed essere accettati a livello sociale, induca l’adolescente ad identificare il proprio gruppo in aggregazioni di giovani delinquenti.
Questo è l'elemento tipico del fenomeno delle baby gang, i cui componenti sono accomunati proprio dal desiderio di essere rispettati dalla società, di trasgredire e di sentirsi invincibili.
Si tratta di un fenomeno in aumento e tra i fatti di cronaca, si sente sempre più spesso parlare di reati compiuti da gruppi di giovanissimi che si uniscono con l’obiettivo di seminare violenza e terrore, tra i propri coetanei ed anche tra gli adulti.
Attenzione però, anche in questo caso non si deve commettere l'errore di considerarlo un fenomeno minore, le baby gang sono gruppi di giovani delinquenti ben organizzati, strutturati gerarchicamente e regolamentati da precise regole.
I componenti sono prevalentemente soggetti problematici, provenienti da contesti e situazioni sociali disagiate ma non è insolito scoprire che in tali gruppi vi siano giovani di buona famiglia, che scelgono però le vie dell'illegalità perché annoiati dal benessere e dalla vita comoda.
L’analisi del fenomeno, delle cause e delle conseguenze, è fondamentale per affrontare efficacemente il problema e la Prevenzione anche in questo caso è l'unica strada percorribile per tentare di arginare la dilagante diffusione.
Il ruolo delle famiglie, il cui compito è innanzitutto quello di educare è fondamentale e per quanto possa risultare difficile il ruolo genitoriale nell’attuale società, deve prevedere comprensione, severità, affetto e controllo il tutto però somministrato nel giusto dosaggio.
É fondamentale essere attenti, presenti e disponibili per evitare che la devianza attecchisca nell’indole dell’adolescente con facilità.
In ottica preventiva un altro aspetto fondamentale è rappresentato dalla scuola, il primo vero contesto in cui i ragazzi iniziano a costruire le relazioni sociali ma bisogna purtroppo mettere in luce le falle del sistema scolastico, troppo spesso distratto rispetto alle esigenze ed alle richieste di sostegno.
Di fondamentale importanza invece sono i modelli di prossimità delle istituzioni con famiglie, scuole, parrocchie o gruppi spontanei di cittadini per riuscire ad identificare in tempo i casi ed intervenire prima che sia troppo tardi.
Il poliziotto, il carabiniere o il vigile sono soggetti che vivono il territorio quotidianamente e purtroppo ancora poco diffusa è la pratica di tessere relazioni continuative finalizzate all'immediata identificazione di fenomeni come questo per Prevenirli efficacemente. Bisogna perseverare in questa direzione e lavorare costantemente per stimolare gli attori sia nell'uno che nell'altro senso a svolgere il proprio compito in un'ottica di piena collaborazione, partecipazione e condivisione.