giovedì 4 agosto 2022
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Polizia Predittiva proposta la censura in Europa ma sulla base dei fallimenti negli Stati Uniti.
I progressi nell'apprendimento automatico e nell'Intelligenza Artificiale hanno suscitato forte interesse in tutto il mondo ipotizzando l'impiego dell'Intelligenza Artificiale anche per attività di Polizia al fine di poter contrastare la criminalità.
Tuttavia, solo negli Stati Uniti esperienze d'impiego dell'Intelligenza Artificiale per attività di Polizia Predittiva, si sono rivelate controverse e nel corso degli anni, basandosi solo sugli esiti di queste distorsioni, si è cavalcata la "falsa" idea che i tools di previsione del crimine, in ogni caso siano fonte di pregiudizio e complichino ancor più il difficile rapporto della Polizia con il crimine e la società.
Una recente pubblicazione sulla Polizia Predittiva, questa volta su Nature, rivela le potenzialità di un nuovo algoritmo sviluppato dall'università di Chicago che sembrerebbe abile nel prevedere i crimini futuri con una settimana di anticipo e con una precisione di circa il 90%.
Secondo gli autori la novità è nella tecnica di analisi adottata perché il nuovo modello divide la città in tessere spaziali e prevede la criminalità all'interno di queste aree mentre, altri tipi di tools, adottano tecniche differenti e in quasi tutti i casi negli Stati Uniti, fanno affidamento solo sulla tipologia di quartiere malfamato o no e i relativi confini producendo informazioni limitate sul fenomeno sociale del crimine.
La novità dovrebbe rasserenare i critici della Polizia Predittiva preoccupati perché isulla base dei citati tools essa tende a considerare il rischio di strade, piazze o quartieri in base al numero e al tenore dei crimini commessi e si basa sull'analisi degli eventi denunciati dai cittadini e del numero di arresti e operazioni di Polizia. In questo modo, si è dimostrato che il controllo viene indirizzato solo sui c.d Hot Spot ovvero dove i crimini vengono denunciati in maggior numero e dove per effetto dell'alto numero di denunce vi è un aumento dei controlli innescando così un circolo vizioso che porta ad un aumento di denunce e di operazioni di Polizia e di conseguenza di ulteriori controlli e così via, sempre e spesso solo negli stessi luoghi.
Gli autori sostengono che grazie a una tecnica differente, il nuovo modello eviterebbe queste distorsioni che alimentano i pregiudizi nella Polizia ma se da un lato essi affermano questo, dall'altro sostengono poi che questi tools, in ogni caso sono destinati a fallire nel contrasto alla criminalità perché la Polizia comunque tende a farne un uso controverso e la novità realizzata, potrebbe essere impiegata più per evidenziare ed evitare tutto questo piuttosto che per contrastare la criminalità.
Va sottolineato chiaramente che non si può essere d'accordo con tale tesi assai più controversa del tema al centro delle critiche e delle preoccupazioni, la quale, sembra voler essere solo un triste ripiego nel tentativo di defilarsi a lavoro ormai ultimato (finanziato dal governo a stelle e strisce), dinnanzi all'incalzante susseguirsi di critiche alla Polizia Predittiva e all'alba di decisioni che ne potrebbero sancire la censura, non solo negli Stati Uniti ma di riflesso purtroppo, anche in altri Paesi.
Consapevoli delle dinamiche che portano molto spesso i ricercatori a ignorare il patrimonio della ricerca internazionale, va anche sottolineato che nel corso del tempo in tutto il mondo vi sono state molte esperienze di Polizia Predittiva (Italia, Inghilterra, Cina, India, Corea, Danimarca, Germania, Svezia) che hanno ottenuto risultati ben diversi da quel che è accaduto negli Stati Uniti, grazie a soluzioni molto diverse ma che puntualmente vengono ignorate ogni qualvolta si affronta questo tema.
In Italia abbiamo svolto uno studio durato molti anni sulla criminalità diffusa nei centri urbani che ci ha permesso di comprendere in primo luogo, i limiti della criminologia moderna di fronte a questi fenomeni ed in secondo luogo i limiti dell'attività delle forze dell'ordine nel loro contrasto le quali, in mancanza di strumenti idonei, sono portate a considerare maggiormente la fase repressiva che la fase preventiva.
A valle dell'imponente lavoro, abbiamo sviluppato una soluzione basata su un modello predittivo ben diverso da quelli sviluppati negli Stati Uniti, che ha permesso di sorpassare tutti i noti limiti e il cui impiego, ha sortito esiti ben diversi da ciò che è accaduto in America.
Nel corso degli anni abbiamo lavorato molto, infatti, per dimostrare e documentare che un tool di previsione del crimine per essere efficace, non deve considerare solo le denunce dei cittadini, gli arresti e le operazioni di Polizia ma soprattutto le caratteristiche fisiche e spaziali del territorio e le dinamiche sociali e urbane del contesto visto che tecniche come l' Hot Spot Analysis sono limitanti, creano distorsioni e celano insidie ormai note a tutti.
Con diversi lavori pubblicati a valle della lunga e positiva sperimentazione, abbiamo dimostrato che uno dei motivi di successo della sperimentazione della Polizia Predittiva per la Sicurezza Urbana in Italia con la diversa tecnica adottata, è stata la valorizzazione d'informazioni relative alle dinamiche socio urbane e alle caratteristiche spaziali del territorio, espediente che ha facilitato il perfezionamento di un modello predittivo in relazione al fenomeno in tutti i suoi aspetti soggettivi e oggettivi nel contesto e grazie al quale, è stato possibile istruire un'Intelligenza Artificiale che ha il compito di elaborare un prospetto previsionale del rischio che tiene conto di più fattori ed evita di porre al centro del problema solo la persona ovvero, ciò che maggiormente preoccupa chi teme che questi sistemi possano limitarne i diritti.
Abbiamo fatto molte esperienze e le relative scoperte le abbiamo pubblicate e messe a disposizione di tutti, anche della comunità scientifica internazionale per aiutare a comprendere e accettare con serenità che l'applicazione della Polizia Predittiva per la Prevenzione dei crimini predatori in ambito urbano e che tanto preoccupano i cittadini, secondo una tecnica diversa da quella che ha suscitato preoccupazione negli Stati Uniti, non genera alcun problema di discriminazione di luoghi o soggetti se il metodo di analisi da parte dell'Intelligenza Artificiale però, rispetta non solo i suddetti principi tecnico scientifici ma anche le norme costituzionali, penali e civili in modo che l'impiego trasparente, per soli scopi di Prevenzione e che rispetta i diritti di libertà personale dei cittadini come ad esempio il diritto alla privacy, ne garantisce un uso legittimo ed eticamente corretto.
In Italia infatti, l'applicazione della Polizia Predittiva con l'impiego di XLAW è stata sperimentata limitatamente per dare solo la possibilità alle forze dell'ordine, il cui limite principale dinnanzi all'effervescenza di fenomeni d'insicurezza urbana è quello di essere costrette a concentrarsi solo sul pronto intervento e sull'emergenza che essi generano, di realizzare un efficace modello di Risk Assessment basato sull'analisi delle caratteristiche spaziali e fisiche della città e delle dinamiche sociali in cui rientrano anche le attività criminali evitando in questo modo di mettere al centro del problema sempre e solo il reo ovvero, la persona, come invece normalmente viene fatto.
L'attività delle forze dell'ordine infatti, soprattutto per l'illegalità diffusa, non dovrebbe concentrarsi sull'individuazione e l'arresto del reo perché il tentativo di infliggere la pena è casuale, costoso e produce scarsi risultati e il bisogno principale dei cittadini, è che i crimini non accadano e dalle forze dell'ordine essi si aspettano maggiori sforzi per prevenirli.
Ciò che dovrebbe essere maggiormente valorizzato nella quotidiana attività di controllo del territorio infatti, è la deterrenza perché di fatto è una pena che limita pesantemente il disegno criminoso e maggiori quindi dovrebbero essere gli sforzi per arrivare a infliggerla con sistematicità. Infatti, se i potenziali autori di reato sono sufficientemente influenzabili, come si è riuscito a dimostrare con il lavoro italiano, allora aumentare la probabilità di condizionamento, non solo può ridurre l'ammontare della pena effettivamente inflitta ma ribalta una situazione, dal suo equilibrio di alta violazione, al suo equilibrio di bassa violazione.
Pertanto, un tool di previsione del crimine deve essere impiegato per un obiettivo preciso e trasparente, ovvero solo per tentare di spostare il costrutto strategico dell'azione di controllo da una visione riparatoria del danno ad una visione probabilistica del rischio, quindi da una logica di rincorsa dei problemi e degli effetti che essi generano tipica della permanente emergenza, ad una che lavora sugli schemi della Prevenzione attraverso un controllo selettivo e sequenziale di tutti i luoghi centrali e periferici della città in base alla esatta collocazione ed evoluzione del rischio nel tempo e nello spazio.
Tutto quanto sinora scritto, non per rivendicare il primato di aver in Italia risolto criticità che in passato hanno ridimensionato l'euforia per le potenzialità di un nuovo modo di fare Prevenzione per la Sicurezza Urbana o per affermare che il tool sviluppato in Italia sia maggiormente valido rispetto ad altri ma per mettere in luce un fenomeno preoccupante che rischia di continuare ad influenzare negativamente non solo i media e l'opinione pubblica, come è già accaduto ma anche la politica che su questi temi deve prendere importanti decisioni.
La comunità scientifica internazionale ha tutti i mezzi a disposizione per fare ricerche globali, come noto infatti esistono risorse per la ricerca come Research Gate - Academia - RefSeek - BASE ecc. grazie alle quali è possibile consultare tutti i lavori nel mondo tra i quali, su questo tema, vi è anche quello italiano e queste preziose risorse, permettono al giorno d'oggi ai ricercatori di considerare tutto ciò che nel mondo è stato svolto in modo da proporre novità che siano al passo con le scoperte fatte.
Tuttavia, questi lavori finanziati anche dai governi, purtroppo molto spesso, ignorano i passi in avanti che nel tempo sono stati fatti nel mondo e di conseguenza rischiano di limitare il progresso e la conoscenza tenuto conto che spesso, vuoi anche perché finanziati dai governi, essi suscitano maggiore interesse rispetto ad altri e complici la rete e le dinamiche redazionali dei media, diventano addirittura virali rischiando di offuscare tutto il resto.
In questi mesi l'Italia ad esempio, partecipa in Europa con i propri rappresentanti ai lavori di stesura del regolamento dell'Intelligenza Artificiale e in tale ambito ha proposto alcuni emendamenti tra i quali la censura della Polizia Predittiva basandosi però, solo su quanto è stato svolto all'estero e sui fallimenti dell'esperienze negli Stati Uniti ignorando clamorosamente tutto il lavoro italiano che invece ha fatto muovere su questo tema, importanti passi in avanti e meriterebbe, al pari di altri lavori, di essere preso in considerazione per prendere decisioni così importanti sulla base di una conoscenza più ampia.
Questa grave mancanza determina che in recenti discussioni, vengono delineati preoccupanti scenari di censura e queste idee di disapprovazione vengono giustificate, solo per ciò che è accaduto all'estero e queste pubblicazioni così limitate e limitanti che continuano ad offuscare il progresso raggiunto grazie a validi lavori che in una sana attività di ricerca invece andrebbero messi sempre in luce, non fanno altro che peggiorare la preoccupante miopia con la conseguenza che si rischia di compromettere o pur solo limitare concrete opportunità di crescita che in casi come questo, puntano a voler migliorare la sicurezza delle nostre città e dei nostri cittadini.
Leggi l'articolo su NATURE