giovedì 8 ottobre 2020
post nella sezione 6 - Blog
Criminalità predatoria nella GDO - Una questione di consapevolezza, innovazione e condivisione

Il 7 ottobre 2020 il TG satirico "Striscia la Notizia" ha mandato in onda un servizio che ripropone un problema già affrontato nel 2017 dalla stessa redazione, quello dei mercatini rionali dove viene venduta merce trafugata dai punti vendita delle grandi catene di distribuzione e difatti la GDO è da anni ormai uno dei settori più colpiti dalla criminalità.
Qualcuno anche all'estero, sostiene che vi abbia allungato i tentacoli la criminalità organizzata, un' ipotesi suggestiva ed interessante ma tutta ancora da provare.
Cosa certa e risaputa invece, è che i punti vendita di grandi catene di distribuzione, sono diventati il bersaglio preferito di abili predatori che sfruttano le falle di un metodo inefficace con il quale si tenta di affrontare il problema.
Anche se imbarazzante, il tentativo di scaricare le responsabilità è frutto della frustrazione giustificata dalla scarsa consapevolezza della portata del problema e dal mancato dialogo tra gli attori coinvolti.
Da tempo sosteniamo che di fronte ad un generalizzato aumento della domanda di sicurezza, non è più possibile utilizzare vecchi metodi per contrastare i crimini predatori, non solo nei centri urbani perchè bisogna tenere conto che le città crescono e favoriscono nuove opportunità criminali.
Le attività commerciali presenti non più solo nelle strade centrali cittadine ma anche in grandi aree considerate un tempo di periferia, sono infatti diventate estensioni naturali della città ed hanno esigenze di sicurezza che si rischia di non essere in grado di garantire. Basti pensare ai centri commerciali, luoghi che vengono realizzati per essere veri e propri agglomerati urbani e pertanto ad alto rischio di paura e vittimizzazione.
Solo recentemente si sta cominciando a parlare di strutture critiche ma questa definizione riveste altre tipologie di rischi come quello terroristico e non la possibilità che questi luoghi diventino giorno dopo giorno "Riserve di Caccia" per ladri, scippatori, borseggiatori, truffatori.
Va detto che le forze dell’ordine, già tanto impegnate sulle strade cittadine, non riescono ad estendere l’attività di controllo anche in questi luoghi privati meta quotidiana di decine di migliaia di cittadini.
I gestori ingaggiano personale preposto alla sicurezza ma si tratta di figure che non sono preparate ad affrontare il problema in tutta la sua complessità. Tali figure infatti sono concentrate maggiormente su altre tipologie di rischi come ad esempio quelli legati alla sicurezza sul lavoro, tenuto conto che in Italia non vi è una reale distinzione tra Safety e Security. Tutto viene racchiuso nella parola Sicurezza ma queste figure gioco forza, sono concentrate maggiormente sulla Safety in quanto norme stringenti richiedono attività di protezione e controllo, mentre per la Security non esistendo alcuna norma che obbliga di adottare soluzioni per prevenire i crimini, si finisce per demandare il problema alle sole forze dell'ordine le quali a loro volta sono costrette ad acquisire solo le notizie di reato per avviare le successive indagini.
La conseguenza è che ciò che ci perde è la Prevenzione.
Questa repentina evoluzione quindi esalta una macroscopica distorsione che favorisce un problema molto serio a cui si va incontro inevitabilmente impreparati.
Occorre invece un maggiore impegno innanzitutto per acquisire una maggiore consapevolezza della portata del problema affinché si possa essere in grado di affrontarlo rispondendo quanto più possibile alla crescente domanda di sicurezza.
Affrontare con maggiore vigore il problema allora, il che significa innanzitutto dotarsi di strumenti che possano favorire strategie di Prevenzione pura proprio come da tempo si sta facendo nei quartieri e nelle strade cittadine. Si tratta di una possibilità oggi più che reale grazie anche alle nuove tecnologie in grado non solo di monitorare costantemente il rischio ma anche di mettere in condivisione le informazioni un espediente quest'ultimo fondamentale, tenuto conto che la riluttanza nel condividere informazioni di sicurezza, è un ostacolo difficile da superare anche nel privato.
Solo in questo modo settori come questo possono trasformarsi in portatori d'interesse strategici e rappresentare opportunamente il problema ai tavoli istituzionali dove la collaborazione per la mitigazione dei rischi della collettività è costante purché le informazioni siano chiare e le idee e gli obiettivi efficaci.
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