giovedì 1 gennaio 2004
post nella sezione 4 - Ideazioni
Teoria delle Riserve di Caccia © di Elia Lombardo
Nel corso dei venti anni di attività di analisi criminale, è nata in me la voglia di dar vita ad uno studio personale sul crimine urbano di tipo predatorio che ha favorito il concepimento di una nuova teoria che ho denominato "Teoria delle Riserve di Caccia", perché sono nate nuove conoscenze che fanno muovere un passo in avanti agli studi pregressi sul crimine in generale.
Con l'obiettivo di ricercare un diverso e più efficace approccio per migliorare la sicurezza dei centri urbani, sono riuscito a dare una diversa interpretazione ad una precisa tipologia di crimini quali furti, scippi, rapine, borseggi, truffe rispetto ad altri motivandone, con maggiore precisione, la concentrazione nel tempo e nello spazio.
Ritengo che l'aumento del crimine urbano soprattutto quello di tipo predatorio (scippi, rapine, furti, borseggi, truffe) sia la più grave emergenza di sicurezza moderna che più incide sullo stato socio economico delle comunità e sulla percezione di rischio e sul sentimento di fiducia nelle istituzioni da parte del cittadino.
L'esigenza di dover dar vita ad una nuova teoria, è nata perchè nel corso del tempo, ho constatato che le teorie sul crimine pregresse, si rivolgono al crimine in generale e non coincidono con con le reali dinamiche sociali ed ambientali presenti dove questi crimini si concentrano e con la motivazione che spinge taluni soggetti a commetterli.
Le teorie pregresse infatti, tendono a motivare la concentrazione dei crimini, con cause che riguardano il degrado dei luoghi, lo stile di vita dei cittadini residenti e gli esperimenti sin qui condotti, si avvalgono di dati che derivano dalle sole notizie ufficiali fornite dalle forze di polizia che a loro volta acquisiscono dalle denunce dei cittadini, senza tenere in considerazione altre informazioni molto importanti, come quelle che circolano attraverso le nuove forme di comunicazione (social media) o quelle acquisibili attraverso attività di prossimità e quindi di ulteriori dinamiche che variano continuamente e che sono poi alla base di questi disegni criminosi, come ad esempio lo sviluppo del territorio, del commercio e delle attività socio economiche dei cittadini che con i loro beni, sono il vero obiettivo di chi si organizza, con il fine ultimo di trarre un profitto.
Ritengo infatti che alla base del reato predatorio urbano, vi sia il solo obiettivo economico ed il bisogno da parte del reo, di dover delinquere in maniera costante e regolare per la costruzione di un profitto.
Gli studi pregressi, seppur autorevoli, poco o nulla suggeriscono su come poter affrontare questi fenomeni in futuro, non a caso molti di essi curano l'aspetto sociologico e pertanto tendono a considerare gli aspetti sociali, valutando le scelte politiche, suggerendo flebili iniziative per il controllo sociale, tralasciando gli aspetti operativi e strategici, per l'attività di Prevenzione quotidiana.
Ciò accade perchè lo studio sul crimine, dovrebbe interessare maggiormente chi affronta quotidianamente i problemi di sicurezza sul territorio, in prossimità di prede e predatori, per migliorare le attività di Prevenzione, evitando di dare risposte costantemente emergenziali che tendono a considerare sempre più l'azione penale, piuttosto che la qualità della attività Preventiva.
Pubblico in questo spazio personale la mia teoria ritenendo che solo grazie a nuove conoscenze ed idee, è possibile stimolare il cambiamento oggi più che mai necessario.
Teoria delle Riserve di Caccia
"I crimini predatori urbani sono prevedibili e si possono prevenire e ridurre, stabilizzandoli nel tempo e nello spazio.
Si tratta di attività illecite, studiate e pianificate, poste in essere da soggetti deviati, modestamente organizzati che usano questi espedienti per la costruzione di un profitto.
Essi si concentrano in aree circoscritte del territorio urbano, dove vi è la presenza contemporanea di due fattori di tipo - propellente - ovvero la regolare circolazione di appetibili prede e target e la mancanza di controllo adeguato.
Questi due fattori possono essere definiti la “spina irritativa” per l'insorgenza di un crimine di tipo predatorio che per assumere caratteristiche di disegno criminoso, presupposto indefettibile per la configurabilità della continuazione, vi deve essere la presenza di un ulteriore fattore questa volta di tipo - impellente -, ovvero della spinta motivazionale del reo, data dal bisogno di agire più volte in un arco temporale breve, per poter raggiungere in tempo il profitto necessario a soddisfare i propri bisogni che si rinnovano ciclicamente.
Tale bisogno induce il reo a selezionare sul territorio urbano delle Riserve di Caccia in cui esistono precise regole, che sono indotte dalla costanza dei fattori presenti e pertanto all'interno delle stesse vi è un ordine costante, ripetutamente verificato, di una serie di eventi e ad agire attraverso una sequenza di azioni che ripete con ciclica regolarità.
Attraverso l'osservazione dei crimini, dei fattori, delle operazioni e delle fasi, è possibile isolare le Riserve di Caccia scelte da ogni singolo o gruppo criminale.
Essendo il fattore - impellente - quello che funge da vero e proprio innesco del disegno criminoso, se si riescono a isolare con precisione geografica le Riserve di Caccia, è anche possibile prevedere il momento in cui il crimine potrà avvenire, perché la regolarità e la sequenzialità delle azioni, coincidenti con la regolarità dei fattori, delle operazioni e delle fasi presenti in una Riserva di Caccia, lo rendono facilmente riconoscibile e prevedibile.
Grazie a questa opportunità, se si riescono ad attuare in contrapposizione delle attività di deterrenza e di disturbo in anticipo rispetto alla sequenza avversaria, si può incidere sul fattore-impellente e disinnescare immediatamente il disegno criminoso, pertanto i crimini si riducono drasticamente e si stabilizzano.
Ciò accade perché il criminale subisce un tale disorientamento che nell’immediatezza rinuncia al crimine nella Riserva di Caccia. Difficilmente si sposta altrove, perché la Riserva di Caccia nel suo insieme di fattori, fasi e operazioni regolari non è facilmente duplicabile. Pertanto il criminale, inevitabilmente, diviene meno efficace e più vulnerabile nel tempo e nello spazio".
Contributi:
Ludovico Sammartino
Dottore trovo veramente molto interessante la Sua teoria e un'intuizione geniale il progetto che sta portando avanti.
Francesca Orefice
Grazie vorrei approfondire la sua teoria per i miei studi.
Marcella Persico
Ho appena finito di leggere il suo libro per approfondire la teoria mi complimento un lavoro entusiasmante.
Per conoscere il lungo percorso di ricerca e studio che ha portato al concepimento della Teoria: