martedì 6 gennaio 2004
post nella sezione 1 - Studi e Ricerche
I reati predatori si possono prevedere
La criminalità predatoria o di strada è quell’insieme di azioni illecite condotte con la forza e con l’inganno per impadronirsi dei beni mobili altrui e che comportano un contatto fisico diretto tra colui che compie il reato e una persona o un oggetto.
Essa si può diversificare secondo le modalità di consumazione, ad esempio attraverso la destrezza o il raggiro o attraverso la violenza sulle cose o sulle persone.
I reati predatori, quindi furti, scippi, borseggi e rapine, sono molto diversi per la loro gravità, per la loro redditività, per le modalità di consumazione, per il tipo di forma associativa e per le conseguenze per le vittime.
Va sicuramente chiarito che è un grave errore utilizzare il termine “microcriminalità” si tratta di una definizione che contiene un giudizio implicito sulla trascurabilità del danno che questa tipologia di reati produce.
Va considerato infatti che molte volte questi reati, in modo fortuito e del tutto imprevedibile, possono anche tradursi in eventi più gravi e di conseguenza il termine non rappresenta una categoria scientifica, ma un'espressione di comodo, che ha permesso per anni, concentrati sicuramente su altre tipologie di emergenze, quali il terrorismo e l’offensiva della criminalità organizzata, di trascurare il fenomeno.
Le nostre città, in particolare, garantendo l’anonimato diventano il luogo di vittimizzazione, poiché le opportunità presenti e facilmente accessibili, consentono un’ampia possibilità di scelta e di riuscita a ladri e rapinatori e la mancata individuazione, viene garantita dall’inefficacia del controllo sociale.
La criminalità predatoria poi non si può prevenire con le pene che, per quanto severe, hanno un valore simbolico.
Ovviamente la risposta penale è necessaria, anche se soltanto simbolica ma è pura illusione affidare ad essa la soluzione, anziché a politiche volte a ridurne le cause e ad accrescere la sicurezza sociale.
L’inefficacia preventiva delle misure penali peraltro, rischia di aggravare il sentimento di insicurezza e di sfiducia nel diritto e nelle istituzioni.
Purtroppo però ogni qualvolta cresce l’allarme criminalità o si assiste ad una recrudescenza di crimini che suscitano preoccupazione nella cittadinanza, si ritorna a parlare di inasprimento delle pene.
Si tratta di una panacea che, in realtà non è altro che un pericoloso placebo, non solo inutile, ma anche dannoso nelle sue conseguenze, perché la paura non viene diminuita, semmai viene accresciuta.
Le misure penali, sono tanto inutili nei riguardi delle dimensioni oggettive del fenomeno, quanto dannose nei riguardi della sua percezione soggettiva grazie anche alla esaltazione mediatica che le accompagna, finendo, appunto, per accreditare ed alimentare loro stesse, il senso di insicurezza, di paura e vittimizzazione.
Per sapere di più sul metodo adottato per studiare il crimine predatorio in ambito urbano: