mercoledì 21 ottobre 2020
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Emergenza COVID - 19 - Lockdown mirati lo studio della SOCINT è ancora a disposizione

Per affrontare l'emergenza epidemiologica è ormai sotto gli occhi di tutti che il sistema di tracciamento sia fallito.
Ad aprile nel pieno della cosiddetta prima ondata dell'epidemia da COVID-19 la SOCINT (Società Italiana di Intelligence) ha pubblicato uno studio con lo scopo di suggerire per la fase successiva al lockdown di marzo, la riapertura solo di alcune zone urbane ovvero, quelle a più basso indice di connessione individuale e di diffusione del virus. In pratica dei lockdown mirati. Ma come riuscire ad individuare con rigore scientifico tali zone?
Per dimostrare la possibilità di poter addirittura riuscire con largo anticipo a Prevedere con rigore scientifico quali delle zone di una città siano a maggiore rischio di link tra individui e quindi da continuare a tenere chiuse, è stato fatto un esperimento impiegando l'algoritmo XLAW, utilizzato con successo per prevenire, secondo la logica della previsione, i crimini predatori e che basa le proprie elaborazioni, su di un procedimento euristico che oltre a principi strettamente criminologici e sociologici, tiene conto anche della spazialità urbana e di come i cittadini usano la città.
Purtroppo lo studio non ha suscitato l'interesse che forse meritava, visti gli ultimi risvolti e questo a dimostrazione del fatto di quanto a tutti i livelli sia difficile proporre un cambio di paradigma nella quotidiana e sempre più necessaria attività di Prevenzione dei rischi.
Certo parlare di Previsione del rischio potrebbe risultare temerario tuttavia, sono sempre più frequenti i casi in cui viene dimostrato che sarebbe opportuno migliorare la Prevenzione cominciando proprio col valutare seriamente nuove soluzioni, soprattutto quelle che hanno lo scopo di rivoluzionare il metodo tradizionale che tende ad affrontare il problema con notevole ritardo e che purtroppo sempre più frequentemente si rivela fallimentare.
Il contributo è ancora a disposizione.
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